Vittorio Veneto
Gioiello della Marca Trevigiana
Alle pendici delle Prealpi Trevigiane, protetta da dolci colline e solcata dalle tranquille acque del fiume Meschio, sorge Vittorio Veneto. In passato esistevano i due centri abitati di Ceneda e Serravalle che, pur vicini tra loro, furono sempre nettamente divisi ed a volte persino contrapposti.
Solamente nel 1866, quando il Veneto entrò a far parte del Regno d'Italia, le due municipalità si unirono con il nome di Vittorio in onore del Re Vittorio Emanuele II. Il 22 luglio 1923 Vittorio ottenne il rango di città e diventò Vittorio Veneto.
La città è ricordata perché in queste zone si combatté la battaglia finale della Prima Guerra Mondiale. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale alla città venne conferita la Medaglia d'Oro al Valor Militare per il valore dimostrato dalle diverse formazioni partigiane che dalle vicine montagne si opposero fieramente alle truppe nazi-fasciste.
Serravalle
A nord della città è situato il centro storico di Serravalle, che fin da tempi antichi, occupò una posizione strategica sia per i commerci che per le vie di comunicazione.
Poco resta dell'antico insediamento romano del I sec.a.C articolato in un sistema difensivo il cui castrum principale era collocato nella stretta di Serravalle.
L'inizio dello sviluppo urbano si colloca nel XII sec.ma conosce il suo massimo splendore nel XV sec. durante il dominio della Serenissima.
Via Martiri della Libertà, l'antica “Calgranda” ha inizio in piazza Tiziano Vecellio dove sorge Palazzo Sarcinelli, (al nobile Cornelio Sarcinelli era andata sposa la figlia del pittore Tiziano) e di fronte a questo si trova Casa Sanfiori, unico esempio di antica abitazione medievale. La piazza è racchiusa tra la Torre dell'orologio, costruita nel XIX sec. e il quattrocentesco Oratorio di S.S Lorenzo e Marco dei Battuti, decorato all'interno da uno splendido ciclo di affreschi realizzati tra il 1429 e il 1446.
Oltre la torre, verso sud si apre piazza Foro Boario, antica sede dei mercati fuori le mura (importante quello del bestiame); sulla piazza si affaccia l'Oratorio di San Giuseppe. Dalla torre, proseguendo verso nord si raggiunge Piazza Minucci su cui si prospetta il rinascimentale Palazzo Minucci, con l'annessa chiesetta di Santa Croce. L'edificio, fatto edificare da una delle famiglie più potenti di Serravalle, ospita l'eclettica collezione di opere d'arte in stile dannunziano creata dal suo ultimo proprietario, Camillo De Carlo, patriota e agente segreto durante la Prima Guerra Mondiale. Piazza Minucci è chiusa ad ovest dall' ottocentesco mercato coperto e sul lato nord dal Teatro Lorenzo Da Ponte. Il prestigio della Serenissima si manifestò nella costruzione dell'elegante Loggia della Comunità, un tempo sede del potere cittadino, dove si riunivano il Maggior e il Minor Consiglio. L'edificio realizzato tra il 1462 e il 1476, presenta in facciata affreschi del XV secolo di Diario da Treviso; sull'adiacente torre campanaria è collocato uno fra i più antichi quadranti d' orologio d'Italia e d'Europa. Oggi è sede del Museo del Cenedese che raccoglie memorie archeologiche, storiche ed artistiche del territorio.
Davanti alla loggia si apre piazza Marcantonio Flaminio, pavimentata in pietra d'Istria e oltrepassato il ponte sul Meschio si incontra l'imponente mole del Duomo di Santa Maria Nova, interamente ricostruita nella seconda metà del XVIII sec. da Domenico Schiavi da Tolmezzo. Al suo interno, sull'altare maggiore, è collocata la pala attribuita a Tiziano Vecellio. Dalla piazza, percorrendo Via Roma, si raggiunge il Castrum di epoca romana e alla fine della via, proseguendo per via Mazzini, si arriva alla chiesa di San Giovanni Battista eretta nel 1357 in stile romanico-gotico; di grande rilievo artistico è un ciclo di affreschi quattrocenteschi. Più a nord in Piazza Santa Giustina sorge l'omonima chiesa che ospita il mausoleo di Rizzardo VI Da Camino. Straordinario esempio di arca gotica, opera di scalpellini veneziani, il monumento fu fatto erigere da Verde della Scala in ricordo del marito, morto nel 1335 e ultimo discendente della nobile famiglia dei Da Camino.
A sud-est di Serravalle è situata la Pieve di S. Andrea di Bigonzo, prima chiesa madre di Serravalle risalente al IV sec. e ricostruita nel XIV sec. in stile romanico-gotico. Numerosi e di grande interesse sono gli affreschi del XV e XVI sec. che decorano l'interno, opera di artisti locali. Nei pressi del Duomo di Serravalle si trova la monumentale scalinata da cui prende inizio la passeggiata che porta al Santuario di Santa Augusta. All'interno del santuario, un altare conserva le reliquie della Santa. La leggenda vuole che Santa Augusta, figlia del re Goto Madrucco, a causa della sua fede cristiana venisse martirizzata dal padre con il fuoco, con la ruota e infine uccisa con la spada.
Itinerario lungo il fiume Meschio
Il turista che ha a disposizione un po’ di tempo non può lasciarsi sfuggire l’opportunità di percorrere a piedi o in bicicletta la pista ciclo/pedonale che, partendo da Serravalle, si snoda per circa cinque chilometri costeggiando il fiume Meschio e arriva fino a San Giacomo di Veglia, all’estremità opposta della città. L’occasione è quella di godere di un paesaggio dove natura e storia vanno di pari passo: sin da epoche remote infatti il fiume Meschio è stato di vitale importanza per la città e lungo le sue rive sono sorte delle vere e proprie officine artigianali di cui ancor oggi si possono ammirare alcune testimonianze.
La temperatura costante di circa undici gradi delle sue acque ha favorito in tempi passati l’insediamento lungo le sue rive di officine in cui venivano forgiate le famose “lame di Serravalle”, spade seconde per robustezza solo a quelle di Toledo. Il percorso ciclo/pedonale lungo il Meschio comincia da Piazza Flaminio costeggiando i Meschietti, vere e proprie opere idrauliche costruite dai Serravallesi per contenere il fiume. Essi furono realizzati dopo il 16 ottobre del 1521 quando, a seguito di una frana, il fiume straripò allagando completamente l’abitato (rimuovere la e) causando morte e distruzione. Lungo le rive del Meschio si possono ancora vedere non solo i resti degli antichi mulini ma anche delle cartiere e lanifici che sorsero a partire dal XVII sec. Importante fu anche lo sviluppo dell’industria serica che prevedeva l’allevamento del baco da seta negli stabilimenti bacologici e successivamente la lavorazione dei bozzoli nelle filande. A questo proposito interessante è il Museo del Baco da Seta che si trova in località San Giacomo di Veglia.
Centro cittadino
Nel 1866, in seguito all'unificazione dei due centri antichi di Ceneda e Serravalle, si manifestò la volontà di dar vita ad un nuovo centro cittadino che fosse simbolo di unione tra le due città. Il progetto venne affidato all’architetto Giovanni De Min, che a metà circa del Viale dellla Concordia, oggi Viale della Vittoria, realizzò Piazza del Popolo e i giardini. Nel 1936 l’assetto risorgimentale della piazza venne modificato in quello attuale. Chiudono la piazza il Municipio e una serie di edifici in stile umbertino. Sul lato ovest vi sono i giardini pubblici, con belle fontane, alberi secolari e piante esotiche. Davanti al Municipio sorge il monumento ai Caduti, realizzato negli anni ’60 del 1900 dallo scultore bellunese Augusto Murer e dall’ architetto Franco Posocco. Dai giardini, dirigendosi in direzione di Ceneda, si percorre Viale della Vittoria lungo il quale nel XIX sec. furono costruiti dalla nuova borghesia industriale i villini residenziali; un esempio è Villa Croze, realizzata in stile liberty agli inizi del XX sec che oggi ospita un’interessante collezione di opere d’arte donate dal vittoriese Giovanni Paludetti.
Dal centro cittadino proseguendo verso Ceneda si raggiunge piazza Luigi Borro, chiamata piazza Salsa, famosa a inizi del ‘900 per le sorgenti di acque salsobromojodiche, oggi esaurite, conosciute per le loro proprietà curative. In via Manin si trova la zona del Ghetto, un tempo sede di una fiorente comunità ebraica. Qui, nel 1749, nacque Lorenzo Da Ponte, autore di libretti d’opera per grandi musicisti come Salieri e Mozart. Da qui proseguendo per via Lorenzo Da Ponte si arriva al centro storico di Ceneda.
Ceneda
Ceneda si estende a sud verso la pianura. Ha origine molto antiche e in epoca romana costituiva un campo trincerato di appoggio al Castrum di Serravalle a difesa della città romana di Oderzo. Con l’arrivo dei Longobardi la città assume grande prestigio diventando capitale di un ducato che si estendeva dal Piave fino al Tagliamento. In seguito alla distruzione di Oderzo, Ceneda diventa città vescovile e il potere viene detenuto dai vescovi-conti fino al 1768, mantenendo la propria autonomia nei confronti della Serenissima. La piazza principale è Piazza Giovanni Paolo I, intitolata ad Albino Luciani vescovo di Vittorio dal 1959 al 1969, ed è dominata dalla grandiosa mole della Cattedrale, dedicata alla Beata Vergine Maria Assunta e ricostruita in stile neoclassico nel XVIII sec. La chiesa custodisce le spoglie di San Tiziano, santo patrono venerato dai Cenedesi. Emblema del potere politico e giurisdizionale è la Loggia del Cenedese, antico palazzo della municipalità, che tradizione vuole sia stato costruito nel 1538 su progetto dell’architetto Jacopo Sansovino. Sotto la loggia sono presenti tre grandi affreschi del XVI sec. opera del pittore Pomponio Amalteo. Dal 1938 il palazzo ospita il Museo della Battaglia dove è esposta la collezione donata alla città da Luigi Marson, ragazzo del ’99 che combatté in prima linea durante la Grande Guerra. Dalla piazza, percorrendo via Brevia si raggiunge il Castello di San Martino, di epoca romana, la cui struttura attuale risale al periodo longobardo. Distrutto in parte dall’incursione degli Ungari, tra il 1420 e il 1430 il castello venne ricostruito dal vescovo Antonio Correr e divenne residenza signorile dei vescovi-conti. Ripercorrendo a ritroso via Brevia, oltrepassato l’Arco Della Torre, si raggiunge uno spazio erboso dove sorgono i resti di un antico palazzo fortificato di epoca medievale detto “I Palasi”. Sulle colline circostanti si possono raggiungere la chiesa di San Paolo al Monte e il Tempietto di San Rocco, bell’edificio in stile neoclassico.
Da piazza Giovanni Paolo I ci si può dirigere verso zona Meschio dove sorge la chiesa di Santa Maria del Meschio. Sull’altare maggiore si può ammirare uno dei massimi capolavori del rinascimento vittoriese opera del pittore Andrea Previtali. Interessanti da visitare nel vicino abitato di Costa sono la chiesa della Madonna della Salute, edificio sorto come ex voto nel 1729 e attualmente meta di pellegrinaggi e la chiesa di San Silvestro, edificata nel XVI sec. e decorata all’interno con un pregevole ciclo di affreschi.